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Il villaggio operaio di Crespi d’Adda è stato fondato intorno allo stabilimento che ospitò, in origine, il Cotonificio Benigno Crespi, da Cristoforo Benigno Crespi nel 1878 e venne completato dal figlio di quest’ultimo Silvio Benigno, verso la fine degli anni Trenta del Novecento. È collocato in prossimità del fiume Adda, proprio sul confine tra le provincie di Milano e Bergamo, nella quale è incluso, facendo parte del Comune di Capriate San Gervasio.
L’impianto regolare delle strade e la sua fisionomia urbanistica permettono di individuare in modo chiaro tutti gli edifici che formano il paese, composto, oltre che dalla fabbrica e dalle abitazioni, anche da strutture sociali e, un tempo, strutture a uso pubblico, come il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, il piccolo ospedale, la scuola, il teatro, la chiesa, i bagni pubblici con piscina, il cimitero.
Dopo essere stato chiuso definitivamente nel 2003, vandalizzato e depredato per un decennio, lo stabilimento è stato acquistato nel 2013, dall’imprenditore bergamasco Antonio Percassi con l’idea di farne la sede operativa delle proprie aziende nonché un campus dell’innovazione e dell’arte aperto ad altri partners, con museo e zone espositive accessibili al pubblico.
I più bei momenti della giornata per l'industriale previdente sono quelli in cui vede i robusti bambini dei suoi operai scorrazzare per fioriti giardini, correndo incontro ai padri che tornano contenti dal lavoro.
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Il villaggio operaio di Crespi d’Adda molto di più di un esempio insigne della storia architettonica.
È un prodotto dell’opinione eccessivamente raffinata dell’Ottocento secondo cui le cose utili potevano e dovevano essere anche belle, e ciascuno aveva l’assoluto dovere di fare ogni cosa nel modo più elegante possibile.
È un viaggio dentro una aspirazione industriale e alle origini di una utopia, in fondo ad una storia di macchine e di formiche, di ostinazione e di illusioni, di presunzione e di fatiche disumane.
È il resoconto della testarda volontà di un uomo ricco, autoritario, ostinato a portare avanti i suoi sogni e di suo figlio che cercherà di realizzarli compiutamente.
È la vicenda del luogo che doveva diventare, all’inizio di questa storia, un modello ideale di vita e di produttività ma che si è trasformato in una miraggio irraggiungibile, nel segno evidente di una decadenza prematura e ineluttabile.
È il progetto totale che investì questo territorio con smisurata fiducia nel progresso, nel lavoro e nell’industria.
È l’appassionante cronaca dell’ascesa di un sogno e del declino di una ambizione.
Il villaggio Crespi d’Adda è un paese abitato ancora al giorno d’oggi.
Gli spazi dell’antico Cotonificio Crespi e della suggestiva Centrale Idroelettrica, impianto ancora oggi perfettamente funzionante, sono accessibili con visita guidata.
Le guide professioniste accompagnano i visitatori nel loro viaggio nella Storia.
Visitare il villaggio operaio di Crespi d’Adda è un percorso iniziatico nella religione del lavoro che fu l’elemento propulsore dello sviluppo industriale ed economico che pose le fondamenta dei valori della società in cui viviamo oggi.
A partire dal 2016 è attivo a Crespi d’Adda l’UNESCO Visitor Centre con i seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 9:00 alle 12:30, sabato e domenica e festivi dalle 9:00 alle 19:00.
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